RABARBARO ERBORISTERIA : SCHEDE PIANTE SITO WEB PERSONALE ORIGINALE ANNA ZELLI: www.annazelli.com
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Rabarbaro utile nella stipsi, si impiega per la sua azione
lassativa, digestiva, RABARBARO, rheum palmatum radice di rabarbaro, Rheum officinale Baillon, (rabarbaro) Rheum palmatum L.(rabarbaro cinese) il rabarbaro comune e cinese è originario della Cina, oggi si coltiva a scopo industriale nell’Asia Orientale, differisce dal rabarbaro siberiano (rheum rhaponticum) meno attivo e meno sicuro del rabarbaro comune e cinese. E’ una pianta bizzarra,le sue radici sono medicinali, il fusto serve per preparare torte e le foglie sono tossiche. Il nome cinese è Da Hung, e l’ Ayurvedico è Amla Vetasa, ha azione sul tessuto del plasma del sangue, e del grasso, si usa per la sua azione lassativa e astringente e come forte purgante, in dosi minori si usa contro la diarrea e per stimolare l’appetito, in dosi maggiori come purgante, l’erba stimola il colon promuove il flusso della bile, elimina le stasi da stomaco e fegato. E’ usato come tonico per lo stomaco, per aiutare la digestione come purificatore del fegato, come antitumorale, per l’ittero e per l’ulcera L’acido crisofanico contenuto nella pianta e’ responsabile della rimozione della sostanza viscida e mucosa che circonda i tumori permettendo ai costituenti delle altre erbe di avere accesso alla massa, (in presenza di malattie serie e se si è in presenza di terapie mediche, mai sospendere i medicamenti prescritti e consultare sempre il proprio medico curante). Famiglia delle Polygonacee Parti impiegate Rabarbaro: le radici, che sono pronte a partire dal 4° anno; si usano piante vecchie private del periderma. Medicina cinese usa il Rabarbaro, internamente a dosi modeste per la dissenteria, a dosi elevate per favorire le mestruazioni e azione purgante lassativa per le stipsi, utile nelle nelle iperlipidemie, e iperglicemia, nelle stipsi, sotto forma di estratto secco purificato. E’ largamente usato nei disordini epatici, in caso di stipsi ricorrere prima allo psillio che aumenta la massa fecale e poi alla cascara, o alla frangola, o alla senna o al rabarbaro. Il Rabarbaro è stomachico, astringente, antidiarroico, tonico, a piccole dosi, e’ un tonico, stomachico, astringente, prevalgono i tannini, a dosi adeguate diventa un lassativo se si assume per un tempo prolungato si arriva però ad una stitichezza ostinata, come per le droghe antrachinoniche la sua azione si situa a livello dell’intestino crasso ove determina inibizione del riassorbimento di acqua ed elettroliti e aumenta la peristalsi intestinale, la sua azione si manifesta dopo 8-12 ore. PRINCIPI ATTIVI Rabarbaro Acido crisofanico, la concentrazione farmacologica prevede la concentrazione minima del 2,5% di reina, che è uno dei suoi più importanti agliconi, glucosidi antrachinonici, polifenoli, componenti antrachioni, carbollilico, reina, glucoreina, emodina, fiscione, aloe-emodina, crisofanolo, eterodiandroni palmidina b,c, e altri antroni e diantroni del crisofanolo, sennosidi, A,B,E,F, glicosidi, acido gallico, catechina, glucoglannina, gallotannini, pectine, zuccheri, ossalato di calcio, amido, ceneri, tannini, flavonidi. ATTIVITA’ Rabarbaro essenzialmente lassativa a basse dosi gli estratti della pianta sono DIGESTIVI, stimolano la secrezione dei succhi gastrici, la escrezione della bile dal fegato, la normale peristalsi del tubo digerente. ad alte dosi è una pianta lassativa per la presenza dei glucosidi antrachinonici, che determinano a livello del colon un ridotto riassorbimento dei liquidi, i quali si accumulano nel lume intestinale con effetto lassativo, tra le piante che contengono antrachinonici, il Rabarbaro è quella più tollerata, per la presenza dei polifenoli, che hanno dimostrato attività antinfiammatoria non presente nelle altre piante antrachinoniche e che limitano gli effetti collaterali che invece si hanno con la assunzione della Senna, della Frangula, della Cascara. Si può usare il Rabarbaro, quando le altre piante non fanno più effetto ed è meglio tollerato della Senna. USO ESTERNO del Rabarbaro La Medicina Cinese, usa esternamente il Rabarbaro per ferite ustioni, piaghe purulente. Associato all’acido salicilico, si impiega nel trattamento locale delle floglosi, e delle infezioni, dovute a protesi, gengiviti, parodontiti, uno dei componenti della miscela dei tannini, i galloildiidrocinnamoilglucosio presenta proprietà analgesiche e antinfiammatorie. CONTROINDICAZIONI Rabarbaro contiene antrachioni ed ossalati come l’acetosa, l’acetosella, gli spinaci, nel rizoma e nelle foglie, lo si trova in forma di ossalato acido di potassio e di calcio. La radice con l’uso continuo o l’abuso, potrebbe causare carenza di potassio ed un aumento dell’azione dei glicosidi cardiaci, con una conseguente alterazione degli antiaritmici, inoltre con una contemporanea assunzione con corticosteroidi o liquirizia radice o con diuretici tiazidici provoca una maggiore perdita di potassio. Non usare nell’allattamento, negli stati infiammatori dell’apparato digerente nelle emorroidi e nella stipsi abituale, controindicato nella stipsi cronica che si potrebbe aggravare con la assunzione del rabarbaro, non usare nelle infiammazioni del bacino, nella prostatite, nella uretrite, nella dismenorrea, nei fibromi uterini, da non usarsi in gravidanza, , perchè provoca le contrazioni, non usare in allattamento, nella diatesi ossalurica per la presenza di ossalato di calcio, nel caso di occlusione intestinale, nella diatesi ossalurica, feci di colore scuro, da non usarsi in chi ha problemi intestinali cronici, come ulcera o colite. Il Rabarbaro, una volta assunto, conferisce alle urine un colore giallo o rosso intenso, se insorgono disordini gastrici, diarrea, ridurre o interrompere il trattamento Periodo di somministrazione solo per 2 settimane, altrimenti si ha la sindrome da intestino pigro, con una insufficiente attività peristaltica in assenza di stimolazione con sostanze DA USARSI Rabarbaro, dietro prescrizione medica, un uso prolungato nel tempo provoca incremento nella eliminazione di sali e acqua, feci con colore giallo bruna piu’ o meno intensa a seconda del pH. TOSSICITA' Rabarbaro, Le lamine fogliare (le foglie) della pianta sono tossiche se ingerite provocano bruciore alla bocca, alla gola, nausea, vomito, debolezza, ed altri sintomi, sono conosciuti casi di morte. Alle dosi indicate da un esperto è una pianta sicura. QUESTE NOTE NON
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Anna
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Anna Zelli: Naturopata, Erborista,
Floriterapeuta
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Aggiornato Settembre 2024